Quello che ci apprestiamo a festeggiare quest’anno è un anniversario importante: trent’anni di storia sono un traguardo significativo per qualunque azienda ma noi vogliamo considerarlo non come un punto di arrivo ma, al contrario, come tappa fondamentale di una storia che è ancora tutta da scrivere. Siamo pronti per le sfide del futuro, alle quali guardiamo con la serenità dell’esperienza in nostro possesso e con la continua voglia di metterci in gioco e vivere le situazioni che si presenteranno. Con piacere condividiamo l’intervista fatta a Michele Storci (immagine in basso), CEO di Storci spa.
1) Il 2021 è l’anno del trentennale dell’azienda, forse anche l’occasione per fare un bilancio?
Non amo fare bilanci, non rientra nel mio modo di gestire le cose in quanto ritengo che, in generale, la realtà lavorativa (e non solo) sia sempre in divenire.
Sicuramente questo traguardo, che anni fa sembrava cosi lontano, è arrivato più velocemente di quanto pensassi.
Oggi, il primo pensiero che mi viene in mente è che sono estremamente soddisfatto.
Siamo cresciuti, abbiamo fatto tanta strada, da piccola realtà a conduzione familiare, siamo diventati una grande azienda, ci siamo strutturati e abbiamo raggiunto molti obiettivi.
Tanto però resta ancora da fare.
2) Cosa significa per Lei, essere figlio di Anzio Storci, una vera e propria autorità nel settore?
È un’eredità a dir poco impegnativa. Mio padre ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della tecnologia dei pastifici, ne è stato il vero protagonista. Ha visto crescere e ha partecipato, attivamente, a tutte le rivoluzioni tecnologiche di quel periodo nel mondo della produzione della pasta e non solo. Ha un vissuto professionale davvero difficile da eguagliare, stiamo parlando di quasi settant’anni di esperienza. A coronamento di questo traguardo professionale e personale, abbiamo realizzato una bella biografia nata da una serie di interviste fatte a mio padre da un biografo del calibro di Giancarlo Gonizzi. Oggi, terminato questo lavoro, dal titolo “Con le mani in pasta”, ne sono, e ne siamo, veramente soddisfatti. Io posso dire di aver fatto un percorso e delle esperienze che si discostano molto da quelle di Anzio e mi hanno portato alla mia posizione professionale odierna. I tempi sono profondamente te cambiati, oggi non esiste più quell’evoluzione/rivoluzione continua avvenuta in quel periodo, quella grande curva in salita dell’innovazione che si era palesata all’epoca, non è più cosi ripida. Stiamo vivendo tempi e prospettive diverse, in cui si assiste per lo più ad un cambiamento nei consumi, non tanto nella tecnologia.
3) Nonostante l’autorevolezza di Anzio Storci, crede di avere insegnato qualcosa a suo padre da un punto di vista lavorativo?
Non mi sento di poter fare un’affermazione del genere. Mi sento però di dire che mio padre ha dato a mio fratello Simone e a me molto spazio a livello professionale, sin dall’inizio ha delegato tanto e ci ha lasciati liberi di esprimerci, di sperimentare e di vivere tante esperienze in prima persona, a volte, perché no, lasciandoci fare i nostri errori ed imparando da soli. Io ho avuto la fortuna di “vivermi” tanto mio padre, non solo da un punto di vista professionale ma anche sportivo. Ad esempio, la passione comune per il baseball ci ha fatto calcare i campi di questo sport per quasi dieci anni di esperienza insieme, lui come dirigente accompagnatore, io come giocatore.
4) Questo che stiamo vivendo è un periodo storico molto particolare, tutti attendiamo che, prima o poi, capiti qualcosa di buono e costruttivo: ravvede avvisaglie positive per il futuro di questo settore?
Credo che si debba sempre pensare positivo, a prescindere dal settore in cui si opera e nonostante i periodi non proprio soddisfacenti o complicati come quello attuale. Possiamo dire che il settore della pasta e del food è in generale in sé “essenziale” in quanto soddisfa un bisogno fondamentale delle persone: il nutrimento. Non dimentichiamo poi che siamo in Italia, un Paese nel quale la pasta la fa da padrona, in quanto onnipresente sulle nostre tavole. Esistono, quindi, tutti i presupposti per nutrire una buona dose di ottimismo.
5) Ad oggi che direzione sta prendendo Storci? Punta ancora verso l’innovazione tecnologica o sta pensando di implementare la proposta di servizi a supporto del cliente? Qual è la strada del futuro?
La Storci ha raccolto e fatto suo il grande bagaglio di conoscenza del suo fondatore e Presidente. Oggi l’azienda conta più di 90 dipendenti e, nei vari settori che la compongono, tutti cerchiamo di mettere in pratica gli insegnamenti di Anzio, che ancora oggi ci dà informazioni e consigli importanti sugli impianti e le macchine che produciamo ma non solo: anche di carattere commerciale, produttivo o tecnico che, assieme a mio fratello e i nostri collaboratori cerchiamo di applicare al meglio. Come dicevamo l’azienda è cambiata, è cresciuta tanto e persegue quella capacità di adattamento che oggi ne determina il successo. La strada del futuro, essendo un settore piccolo e con molta concorrenza, sta nel mezzo tra cercare nuove idee e applicarle con successo e trovare nuovi mercati per le nostre linee. Da parte nostra, l’obiettivo principale è quello di rendere le nostre nostre macchine sempre più funzionali e facili da utilizzare. In secondo luogo ma dello stesso livello di importanza, i servizi a supporto del cliente devono essere implementati e vertere verso quell’Internet delle cose (IoT) di cui tanti parlano ma che noi stiamo applicando nella pratica grazie a tante soluzioni personalizzate. La pasta è un prodotto molto versatile che ben si presta a tante novità, come quella salutista che sta prendendo sempre più piede negli ultimi anni e che sta portando alla pasta fatta con ceci, lenticchie, etc. e noi sicuramente cavalcheremo anche quest’onda, anche se con la pasta instant (pasta istantanea pronta in 3 minuti, valida alternativa ai noodles asiatici) abbiamo dimostrato di essere stati lungimiranti e precursori di questa tendenza. Noi non produciamo pasta, ma con i nostri macchinari vogliamo contribuire a facilitare, a livello industriale, tutte queste tendenze, per ottenere sempre un prodotto di qualità, nel quale tradizione ed innovazione trovano la giusta combinazione.
6) Un momento di particolare emozione vissuto in questi trent’anni?
Ce ne sono stati tanti, piccoli grandi passi che hanno portato l’azienda a diventare la realtà che è oggi. Come ad esempio l’inaugurazione della nuova sede nel 2004. Uno su tutti però, è stata la presentazione fatta in azienda della biografia di mio padre. Ho vissuto un’emozione davvero forte ed intensa, che ho visto riflessa anche negli occhi lucidi di molti nostri collaboratori. Un piccolo omaggio se paragonato all’intensità della sua vita e delle sue esperienze, ma che è stato da me fortemente voluto perché resti un’impronta indelebile di un grande uomo.